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Questo è giornalismo investigativo documentato e illustrato, come puoi vedere dalle prove fotografiche incluse edit 27 agosto 2017

Questo è giornalismo investigativo documentato e illustrato, come puoi vedere dalle prove fotografiche incluse edit 27 agosto 2017

Tornando a casa dalla solita visita domenicale a mia madre mi sono trovata sotto ai piedi questa scritta, dalla foto non si vede ma è stata piazzata proprio davanti a un portone.

scritte sul marciapiede 2007

(Che poi avere in tasca un telefonino che fa le foto impigrisce pure la vena descrittiva, non ci credo che un’immagine vale più di mille parole, avrei potuto raccontarla invece di mostrala, ma non è questo che volevo dire)
Quello che volevo dire invece è altro. Volevo dire della faccia che avrà fatto il ragazzo che abita in quel palazzo, perché qualcosa, la forma delle lettere, il cuoricino, la firma (qui non si vede ma era una K: Katia, Kitty, Katy?) mi suggerisce che la scritta sia stata spruzzata da una lei, forse nottetempo, con un paio di amiche a fare da palo, trepide e sorridenti. Giovani, me li figuro tutti giovanissimi, che questo tipo di espressione non si addice agli adulti, dai quali ci si aspetta discrezione e sobrietà, signora mia, mica si può spalmare sull’asfalto una dichiarazione d’amore, un po’ di riserbo, che diamine, poi la gente chiacchiera.
Che avrà fatto sto ragazzetto, rotolato fuori di mattina presto con gli occhi ancora cisposi di sonno e lo zaino di scuola in spalla? Avrà inchiodato la sua corsa, sarà tornato indietro, avrà scosso la testa sorridendo, avrà pensato ma tu sei fuori, sarà stato lusingato, infastidito, imbarazzato? Si sarà guardato intorno per vedere

se la portinaia o qualche vicino di casa o pure un estraneo lo stava osservando? Magari avevano litigato e questo era un tentativo di riappacificazione, o forse era una data speciale, o forse non c’era nessun motivo, solo un’esuberante, incontenibile voglia di esprimersi in grande. Perché no? Un bel tipetto, questa graffittara: mi sta simpatica, gliel’ha spiattellato davanti al portone, mica sulle pareti di un ponte fuori mano. Vabbè, la frase magari non è originalissima, non lo nego, però sempre meglio dei tre metri sopra il cielo di cui era tappezzato il paese dov’ero in vacanza. (Sperobene che non l’abbiano fatto in un film, di spruzzare scritte davanti al portone, non so niente di queste cose, sono innocente e ignara. In caso, non voglio saperlo!)

Mi ha fatto tenerezza. E anche un po’ tristezza. Ho pensato: chissà se l’inchiostro di questa bomboletta si sbiadirà prima del “sempre” proclamato dalla scritta.

Vuoi sapere com'è andata a finire? per leggere il seguito clicca qui!

Oggi che è domenica 27 agosto 2017 sono tornata sul posto per vedere e documentare tutto quello che resta di una promessa di eternità. Ecco la foto.

scrittamarciapiede2017

Forse l'asfalto è stato rifatto e non si tratta solo dell'ingiuria del tempo nel senso di pioggia e vento. Forse dopo lei si è trasferita in via Tadino, una casa d'epoca con i soffitti alti e le finestre che danno sul cortile, forse si è iscritta al Dams e non è più tornata a Milano tranne una volta che è passata dì lì e ha parcheggiato sul marciapiede. Forse lui invece è rimasto, si è diplomato, ha trovato un lavoro e una brava ragazza, forse la portava la domenica a pranzo a casa dei suoi e camminava sulla scritta sbiadita facendo finta di non conoscerla. Forse poi si è sposato e adesso abita a Brugherio, tre locali in affitto,  due bambini piccoli e un cane.




Commenti al Post: E non è neanche primavera

Eric_Van_Cram il 29/10/07 alle 09:38 via WEB
Io sono un romantico, e auguro loro di sì :)

LaDonnaCamel il 29/10/07 alle 11:02 via WEB
essì :)

Anonimo il 29/10/07 alle 10:53 via WEB
anche qui le ragazze scrivono sui muri. e a me - come a te - 'sta cosa piace e fa tenerezza :)

LaDonnaCamel il 29/10/07 alle 11:03 via WEB
guarda, lo farei anch'io! :D

molinaro il 01/11/07 alle 00:26 via WEB
La scorsa estate ho detto a un'amica che mi sarebbe piaciuto scrivere sulle panchine e simili. Dopo una settimana lei mi ha regalato due Uniposca, che non sapevo neanche cosa fossero, ottimi per scrivere in bianco sulle panchine. A quel punto non potevo esimermi. Ho scritto cose d'amore per lei su panchine di Torino e di Venezia. Poi lei mi ha detto di non sentirmi obbligato nella mia creatività, che potevo scrivere anche per altre, e allora ho scritto una cosa d'amore per un'altra su una staccionata in una valle dell'entroterra ligure. Ma non ditelo a nessuno, eh, che a 54 anni scrivo sulle panchine.

LaDonnaCamel il 01/11/07 alle 12:12 via WEB
Ma lol :D Carlo, dai, sei troppo forte!:) Una foto dell'opera l'hai almeno fatta?

 

 

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