Qualche mese fa la mia amica di blog e di figlia Piperita Patty o Mentaconiglio a seconda della piattaforma dove ci incontriamo, mi ha invitata a scrivere un raccontino per il calendario prodotto dal collettivo di fumettari Cargo a cui appartiene (si dice fumettari o fumettisti? adepti al fumetto? fumettologi? appassionati dell'arte del disegno con scritte sopra le parole?) Insomma, piatto ricco mi ci ficco, non mi è parso vero mischiarmi con questa squadra di giovani artisti, tra l'altro l'anno scorso ne avevano prodotto uno bellissimo e avevo comprato un po' di copie da regalare agli amici, sono stata felice e fiera dell'invito.
Ecco il racconto e il disegno di Ettore Di Addario che lo illustria: porta buono cominciare l'anno con un calendario, peccato che non sia in vendita, ne avrei comprate e regalate decinaia e di certo ne avresti avuto una copia anche tu, invece ne ho avuta solo una: però se vuoi sei ancora in tempo, vai al Bar Lucio in via Boncompagni 36 a Milano, è il mecenate della compagnia e sponsor di questa edizione e forse, se ne ha avanzata qualche copia e gli piaci, magari ne puoi avere una anche tu.
Tra me e me
Hai messo la camicetta all’incontrario. Come all’incontrario? A rovescio, la vedi la cucitura dietro i bottoni? O cazzo, e adesso? E adesso ti arrangi, col tempo risparmiato a infilartela dalla testa ci hai fatto una settimana di ferie, vero? Eh magari, le ferie sono per chi un lavoro eventualmente già ce l'ha e invece siamo qui: quanto manca al colloquio? Quaranta minuti mancano, cinque per arrivare e trentacinque di stress. Oh, lo sai che voglio avere il mio tempo, trentacinque minuti di scorta non sono niente ma bastano per entrare in un bar, ordinare un caffè, chiedere dove è il bagno...
Sì sì, non c’è bisogno che mi fai lo spoiler della quinta serie della ragazza senza camicia, piuttosto decidi subito in che bar vuoi entrare, Bar Lucio o quello laggiù?
Bar Lucio, è più vicino e andrà benissimo per quello che che dobbiamo fare, ma dici che si accorgeranno che ho la camicia a rovescio?
Si accorgeranno di certo, sono tutti lì che stanno guardando te, lo vedi come ti indicano col dito? Uffa. “Un caffè per favore, e mi dice dov’è il bagno?”
Prendo prima il caffè oppure vado prima in bagno? Dilemma amletico, ce l'hai un teschio di tuo padre da interrogare? Quanto sai essere stronza quando vuoi essere stronza. Tantissimo, me lo dicono tutti. Il caffè è pronto, lo bevo prima e vado in bagno dopo.
Il bagno è stretto e non so dove appoggiare la borsa, la stringo tra le ginocchia e mi tolgo la camicetta passandomela per la testa: una volta su due la trovo già pronta da indossare, che male c'è?
Io e l'altra me ci guardiamo allo specchio, una raddrizzata alla frangia, un pizzicotto alle guance per sembrare meno smorta. Te l'avevo detto di mettere un po' di fard. Fa caldo, non mi va di presentarmi al mio futuro capo con le righe rosse di trucco colato. Ottimista la ragazza. Certo che sì.