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Oggi stavo parlando al telefono quando mi è arrivato un delizioso odore di seppie in umido come le faceva mio papà e probabilmente era una allucinazione olfattiva perché ero in camera mia con la porta chiusa e son sicura che nessuno stava cucinando nei dintorni, al massimo nel bar di sotto scaldano le brioches alla mattina, lo so perché è lo stimolo che mi butta giù dal letto per far colazione.

Esistono le allucinazioni olfattive? Certo che sì, non si tratta della prima volta per me. Una delle più memorabili mi successe un bel po’ di anni fa ma me la ricordo come fosse oggi. Eravamo a Parma a casa di amici, era mattina e stavamo pensando di farci un caffè, io e le altre due ragazze tiravamo tardi sedute intorno al tavolo della cucina quando all’improvviso ho sentito nell’aria un fortissimo e delizioso profumo di fragole.
"Toccati la chiappa!" hanno urlato all’unisono le mie amiche non appena l’ho detto. È perché aspettavo un bambino, e ci sono infiniti gesti apotropaici e superstizioni da rispettare quando si è in quello stato interessante, trentanni fa più di adesso ma nemmeno troppo.
L’ho fatto, certo che l’ho fatto e meno male che l’ho fatto! Dopo qualche mese mi è nata una bambina con una voglia di fragola proprio sulla natica sinistra, “che solo pochi fortunati avranno il privilegio di vedere” aveva detto il pediatra del reparto maternità, pensa te se mi fossi toccata in naso!
Per questo e solo per questo motivo questa sera ho dovuto andare al supermercato a comprare le seppie, per cucinarle il più presto possibile: pensa se mi nasce un figlio col naso come il Dottor Zoidberg! Terribile, e non badare al fatto irrilevante che non sono incinta e ho anche finito il mio periodo fertile, di fronte alle superstizioni certi dettagli non fanno la differenza.

Odore di seppie in umido come le faceva mio padre

Ho preso dunque le seppie, fresche e non surgelate, le ho lavate e asciugate e poi le ho tagliate a pezzetti. Per mia fortuna erano belle carnose, già mentre le preparavo mi veniva l’acquolina e mi domandavo come mai avevo lasciato passare tanto tempo dall’ultima volta, che sciocca!
Ho tagliato fine fine una cipolla e l’ho messa in pentola insieme a una dose generosa di olio extravergine di oliva, l’ho fatta appassire piano piano col coperchio in modo che non friggesse ma restasse bella umida e ci ho messo dentro le seppie tagliate a pezzetti. Questa ricetta è molto semplice e ha pochi ingredienti, è una di quelle cose tramandate di padre in figlia insieme ai racconti di pesca e di marineria di cui ho già scritto molto, c’è una sezione che si chiama di padri e di pesci e un racconto che parla proprio di come si pescano le seppie a Venezia quando si è povero e per di più soldato.
In ogni modo dopo che ho messo le seppie e le ho fatte rosolare un po’ nell’olio e cipolla, ho aggiunto la passata di pomodoro Mutti: è vero che costa un pochino di più ma è molto più buona, non vale la pena di risparmiare sulla passata di pomodoro, dai retta a me: che vuoi che sia spendere pochi centesimi in più per una bottiglia se poi, oltre che il pomodoro c’è dentro il sangue dei derelitti? Dammi retta, prendi la Mutti che è più buona e con quei pochi centesimi di differenza salvi qualcuno dalle pene dell’inferno, e forse quello che si salva sei proprio tu.


Dopo che ho messo il pomodoro ho lasciato cuocere piano piano per un’ora e mezza, ho aggiustato di sale e ho assaggiato: questa volta non era un’allucinazione ma ho paura che me la sogno stanotte.

 

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