Scrivere in teoria

Critica letteraria, appunti e consigli di scrittura creativa

  • 34 frasi trite da evitare per scrivere bene e la lista della spesa

    E' una cosa che si sente dire, di quell'autore leggerei anche le liste della spesa: da una parte per sopravvalutare la creatività dello scrittore, dall'altra per sminuire il valore delle liste. Però sono entrambe semplificazioni, le liste della spesa possono dire molto di un personaggio, specialmente se è vissuto nel trecento, ma anche oggi fare le liste è un'arte.

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  • Cosa bisogna fare per pubblicare un libro?

    Fare i libri non è poi così facile.
    Vabbè, nessuno l'ha mai detto, nessuno ha detto che è facile fare i libri dal principio alla fine. Però, credimi, non è per niente facile.
    Intendiamoci, non sto parlando del testo. Scrivere un libro può essere anche facilissimo, scrivere libri brutti son capaci tutti, direbbe Paolo Nori.
    Sto pensando a tutto quello che viene dopo la scrittura: correggi gli errori, metti le pagine in fila, i capitoli, gli indici, la scelta dei caratteri, i numeri di pagina. Eggià, che ci vuole a scrivere i numeri di pagina.
    Infatti. L'arte non è scrivere i numeri di pagina, l'arte è ometterli.

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  • Ero una microcopy e non lo sapevo

    Ma sì che lo sapevo, ti pareva possibile che non lo sapessi? Sono da sempre affascinata dall'ergonomia, il nome che davamo alla user experience ai tempi de “La caffettiera del masochista”, uno dei primi testi divulgativi in italiano sul rapporto tra l'uomo e le cose che devono essere usate, non per niente il sottotitolo era psicopatologia degli oggetti quotidiani.
    Pensare prima agli utenti è sempre stato per me naturale e obbligatorio allo stesso tempo: quando c'era da fare un nuovo portale, dopo aver disegnato e realizzato il progetto bisognava disambiguare i malintesi, spiegare i percorsi, tradurre le didascalie, o almeno quelle meno che auto evidenti. La gavetta al customer care è stata la mia scuola, la correzione dei messaggi d'errore il mio secondo lavoro, l'impostazione dei campi dei form la mia prima preoccupazione.

    Ma perché preoccuparsi? diranno i miei piccoli letttori scuotendo il capino. Perché questi messaggi agli utenti venivano scritti dai programmatori e non dai copywriters.

    Microcopy call to action che convertono

     

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  • Esterno giorno: come scrivere descrizioni ambientali convincenti

    Ogni volta che passo nel triangolo tra via Vassallo, via Cagliero e Piazza Farina, una rotonda non lontano da casa mia, non posso fare a meno di pensare a un racconto che avevo scritto qualche anno fa per l'eds sui colori, quello sul giallo che doveva tra l'altro contenere una canzone dei Beatles. Guardo le case rosa, il cortile dell'oratorio, l'aiuola nel mezzo dell'incrocio e mi sembra di vedere il sagrestano che esce furtivamente dalla palazzina D, Luigina Pietrobono che suona il campanello della canonica, Eleonora Ribbi che raccoglie il riso sul sagrato della chiesa.
    Probabilmente tutto questo mi succede ancora perché sono andata più volte a vedere i luoghi dove pensavo di ambientare le singole scene, me li fissavo bene nella mente perché volevo dare un contorno reale ai miei personaggi inventati, con la certezza che questo mi avrebbe aiutata a farli sembrare più veri, anche se poi dentro nel testo non mi sono dilungata in lunghe descrizioni manzoniane a volo d'uccello tipo rami di laghi e catene non interrotte.
    La sospensione dell'incredulità funziona meglio se ci metti dentro qualche cosa di vero o almeno verosimile e il mio lettore non vede l'ora di crederci. Io, che sono gentile, non vedo l'ora di farglielo credere.

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  • Monza è casa mia: come trovare le parole per raccontarsi

    La trilogia di Monza è venuta fuori quasi senza volerlo, è normale per chi scrive farsi influenzare dalle cose che succedono tutti i giorni, per esempio andare a Monza due volte la settimana dopo un po’ diventa un fatto preponderante nei pensieri, parole e opere e si arriva a mettere insieme un bel po’ di materiale di cui sono fatti i sogni, insomma capita di sognarselo anche di notte. 

    monza 16 aprile come raccontare storie

    L’ultima volta è stata quella del mio corso “Come trovare le parole per raccontarsi” da cui è tratta la diapositiva qui sopra con il consenso verbale ma non scritto degli astanti.
    In questo corso mi sono posta come obiettivo quello di fornire qualche strumento di analisi dei materiali che chiunque può avere a disposizione per imparare a tirar fuori qualcosa di significativo dal suo progetto, dalla sua organizzazione o anche da se stesso come singolo professionista. 

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  • Perché si parla tanto di story telling

    si parla tanto di storytelling l

    Ho tenuto un corso di story telling per i soci dell'Associazione Obiettivo 50, è stata un'esperienza di grande soddisfazione, le persone intervenute mi sono sembrate interessate e partecipi, il dialogo che si è creato è stato vivace e molto produttivo.

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