A proposito dei cinque sensi, ieri sono stata a Bologna e ho visto tantissimi ciechi, non ne avevo mai incontrati tanti tutti insieme. Va detto che la questione dell’accessibilità, vale a dire l’abbattimento delle barriere di ogni genere, non riguarda solo ciechi, anche i sordi, chi ha difficoltà motorie e gli ipovendenti come del resto sono anche io.
Ci vedo male e quando faccio le foto mi affido alla messa a fuoco automatica del mio smartphone, che su questo ci sa fare molto più di me, ma poi confesso che per sapere quali sono le foto venute meglio mi tolgo gli occhiali e lo avvicino a un centimetro dal naso, proprio come faceva il professor Stoian con la sua famigerata agendina, ti ricordi? È stato il nostro professore di matematica in terza e quarta liceo e aveva congegnato dei sistemi tutti suoi per ovviare al suo deficit, che non ho mai capito se ci vedeva male da lontano o da vicino: aveva una mira piuttosto precisa e se chiacchieravi poteva centrarti col cancellino in pieno petto, se eri un maschio, imprimendo una forza niente male che faceva partire un colpo di tosse al malcapitato. Ai maschi distratti poteva avvicinarsi di soppiatto e tirare anche dei bei coppini mentre noi ragazze eravamo esentate, però ci lanciava il cancellino sul banco proprio davanti, in modo da creare una nuvola di gesso che ti imbiancava tutta. Se avevi un maglione nero o scuro ridacchiava contento.
Quale che fosse il suo campo visivo ottimale, di certo qualche diottria gli doveva mancare perché preparava i compiti in classe differenziati, forse a scacchiera o forse distribuiti a caso, abbiamo capito subito che non erano tutti diversi, eravamo in trentacinque e sarebbe stato un bel sovraccarico di lavoro, erano scritti tutti a mano! ma comunque davanti, dietro e di fianco non c’erano mai gli stessi esercizi. Magari era anche un po’ sordo, infatti dopo che avevamo capito che li numerava ci chiamavamo da una parte all’altra della classe e ci impegnavano di più a cercare chi aveva l’esercizio uguale al nostro piuttosto che provare a svolgerlo con le nostre conoscenze. Noi ci sentivano così giovani e forti rispetto a lui ma ripensandoci devo ammettere che forse ci prendeva in giro facendoci credere di poterlo fregare come niente, mentre i fessi eravamo noi che ci sentivamo più abili e padroni dei nostri sensi.
Lo stesso che ti può capitare quando accetti di partecipare a un aperitivo al buio. Ma non anticipiamo...