Piove e tira vento. Mi tocca uscire, cerco nel mucchio di ombrelli spiegazzati il meno rotto e mi avventuro nella bufera. Ho preso quello a spicchi colorati.
Ha solo una stecca spezzata, e il moncherino mi pende sulla testa. E' un peccato perche' e' un bell'ombrello allegro, piu' lungo e piu' grande del normale, ripara bene la pioggia e non si perde quando viene infilato in quei portaombrelli affollati, si nota subito il suo bel manico di plastica verde che li sovrasta tutti, gli altri ombrelli di lunghezza banale. E' un peccato che non possa farlo riparare. L'ombrellaio e' una razza estinta, proprio come il muleta e lo strasce': oggi non val piu' la pena di riparare niente: la roba vecchia, ma anche solo imperfetta, si sostituisce con quella nuova.
Io me la ricordo, la voce dell'ombrellaio che gridava quando arrivava nel quartiere. Sembrava un ululato, perche' si sentiva solo l'ultima sillaba, un AIOOOO strascicato, come se a furia di urlare fosse stanco di pronunciare la parola intera. Ma invece da vicino potevi sentire che la diceva tutta, gli usciva in crescendo con un suono che aumentava man mano, ombrelAIOOOOO, con una elle sola, oppure anche umbrelEEEEEE. Da vicino faceva anche un po' paura. Mia nonna mi mandava giu' a portargli l'ombrello nero del nonno, col manico di legno. L'ombrellaio sedeva per terra in un angolo della strada, appoggiato contro il muro. Era vestito male e anche un po' sporco, teneva vicino un involto con le stecche di ricambio, fili e cartoccini di giornale pieni di piccoli pezzi misteriosi, le dita annerite e callose.
Se potessi recuperare il mio vecchio ombrello, invece di cercarne uno nuovo che comunque sarebbe di poco prezzo e si romperebbe subito, come tutti gli altri.
Una volta gli ombrelli si tenevano da conto, se venivano sbadatamente dimenticati da qualche parte si tornava indietro a cercarli, si finiva per affezionarcisi, anche a quelli vecchi. Non era solo per i soldi, credo. Si faceva cosi' per tutte le cose, si usavano fino all'ultimo, finche' erano in grado di svolgere il loro compito. Oh, non e' che sono qui per fare una tirata contro la modernita' e la vita in campagna e le mezze stagioni che dove sono andate a finire. Solo che ci sono delle volte piovose e umide che mi sento un po' come un ombrello.
Oggi, per esempio, che c'e' il sole.
Commenti al post
illegalefancazzista il 06/11/06 alle 12:35 via WEB
magnifica metafora.... un pò come quei pescivendoli che scendevano dal caretto, in genere un'ape 50, ed incartavano il pesce nell'edizione di ieri del Sole...
Mi piacciono sempre le metafore che riguardano i pesci ;)
ricordo quelle canotte di lana grezza, unte e bisunte, rammendate o con qualche buco
Bravo, mi sembra giusto per par condico: non solo pesci, anche buchi! :D
sì, in genere un paio, alle volte solo uno in più
l'ombrellaio che dici tu lo ricordo come un sogno lontano...soppiantato da quella voce registrata infernale che recita: DONNE, E'ARRIVATO L'ARROTINO, DONNE, AGGIUSTA OMBRELLI, CALDAIE....che incubo! Credo che la stessa cassetta giri in tutta italia, sempre la stessa.
Brava! Guarda qua :)))
da me l'arrotino-ombrellaio passa ancora, però è vero che ormai non si ripara più nulla :)!
Mettero' su una petizione per la riparazione delle vecchie carrette: antirughe gratis per tutte! :D