testata camel

Scrivo queste scritturine per ridere, son mica vere davvero. Magari un po’ esagerate, vabbè. Son fatte per tenerci su di morale in questi giorni di incertezza su quello che ci succederà. Comunque non portatemi le arance ma tavolette di cioccolato fondente.

Per un piatto di lenticchie Cronache dal coronavirus

 

i miei piccoli maestri

Ieri sera ho visto su Instagram una foto scattata da Matteo B. Bianchi alla presentazione del nuovo romanzo di Giorgio Fontana. Nella foto c'erano Paolo Cognetti e Giorgio Fontana ma il libro, "Prima di noi" editore Sellerio, no, quindi provvedo io, e tienilo d'occhio, dai retta ammè.

Era un martedì, o forse un altro giorno feriale di una settimana grigia di un tempo in cui andavo in treno da qualche parte alla mattina presto. Sul ritorno passavo quasi sempre o spesso dalla stazione di Greco Pirelli, uno scalo in apparenza abbandonato, su un lato una fila di macchinari o vagoni o argani rotti, resti di archeologia industriale che mi facevano pensare a brachiosauri con i loro lunghi colli rugginosi slanciati verso il cielo opaco, dall’altra parte binari morti che si spingevano fin dentro cortili polverosi di depositi verniciati di giallo, coi recinti scrostati e le pantegane a fare la guardia.il signore della legna

La trilogia di Monza è venuta fuori quasi senza volerlo, è normale per chi scrive farsi influenzare dalle cose che succedono tutti i giorni, per esempio andare a Monza due volte la settimana dopo un po’ diventa un fatto preponderante nei pensieri, parole e opere e si arriva a mettere insieme un bel po’ di materiale di cui sono fatti i sogni, insomma capita di sognarselo anche di notte. 

monza 16 aprile come raccontare storie

L’ultima volta è stata quella del mio corso “Come trovare le parole per raccontarsi” da cui è tratta la diapositiva qui sopra con il consenso verbale ma non scritto degli astanti.
In questo corso mi sono posta come obiettivo quello di fornire qualche strumento di analisi dei materiali che chiunque può avere a disposizione per imparare a tirar fuori qualcosa di significativo dal suo progetto, dalla sua organizzazione o anche da se stesso come singolo professionista. 

Nei prossimi due mesi ci andrò spesso e volentieri, non è una novità: o devo insegnare o devo preoccuparmi della preparazione dei corsi per le organizzazioni non profit: ci tengo che tutto fili liscio, apposta vado là molto presto, metto in fila le sedie, preparo il proiettore e sistemo tutte le cose nel migliore dei modi. Poi quello che insegniamo va bene anche per le aziende e i professionisti, le dritte sulla comunicazione che offriamo si posso applicare in tanti modi, se sai farne tesoro.

martedi vado ancora a monza

vado a Monza quando voglio

Ho ricominciato a guidare dopo dieci anni a piedi e ce la posso fare. Ho a disposizione un’auto diversamente giovane come me, andiamo molto d’accordo: è maneggevole e buonissima, ubbidisce come una cavalla paziente che ne ha viste molte e risponde alle briglie senza imbizzarrirsi mai, basta un tocco leggero e mi capisce, è come me.
Che te ne fai dell’auto tu che hai l’ufficio praticamente a casa, vorrebbero dirmi i miei piccoli lettori.
Mi seve per andare a Monza.
Monza è il luogo dove succedono le cose: le riunioni, i corsi, a volte il consiglio direttivo, a volte gli incontri preparatori degli eventi, le occasioni da non perdere. Monza caput mundi, caro mio.

Ma sì che lo sapevo, ti pareva possibile che non lo sapessi? Sono da sempre affascinata dall'ergonomia, il nome che davamo alla user experience ai tempi de “La caffettiera del masochista”, uno dei primi testi divulgativi in italiano sul rapporto tra l'uomo e le cose che devono essere usate, non per niente il sottotitolo era psicopatologia degli oggetti quotidiani.
Pensare prima agli utenti è sempre stato per me naturale e obbligatorio allo stesso tempo: quando c'era da fare un nuovo portale, dopo aver disegnato e realizzato il progetto bisognava disambiguare i malintesi, spiegare i percorsi, tradurre le didascalie, o almeno quelle meno che auto evidenti. La gavetta al customer care è stata la mia scuola, la correzione dei messaggi d'errore il mio secondo lavoro, l'impostazione dei campi dei form la mia prima preoccupazione.

Ma perché preoccuparsi? diranno i miei piccoli letttori scuotendo il capino. Perché questi messaggi agli utenti venivano scritti dai programmatori e non dai copywriters.

Microcopy call to action che convertono

 

Come guadagnare con il blog e vivere felice senza far fatica
Durante le feste ho avuto modo di ravanare nella magica scatola delle foto di mia mamma e ho trovato questo bello scatto che mi ritrae felice mentre incasso i proventi ricavati dal mio primo blog.
Come tutti sanno, guadagnare con i blog son capaci anche i bambini, che ci vuole: ti fai fare qualche foto con dei vestiti di lusso e ti fai pagare dalle marche, dal fotografo, dal negozio ma soprattutto da quelli che vorrebbero fare come te e si fanno insegnare come guadagnare con il blog, partecipando ai tuoi corsi di blogging a 650 euro a botta.
Io non ho avuto bisogno di fare i corsi perché, come vedi nella foto, ho imparato da sola molto presto e quando non li guadagnavo me li facevo dare da mio papà, che ha cominciato a darmi la paghetta già alle elementari, la chiamavamo “settimana”. Questa buona abitudine, che si è poi estesa ai miei fratelli, ha avuto origine perché tutti i giorni chiedevo a mio papà: mi dai cento lire? e lui me le dava.

I vecchi blogger della prima ora prestavano una grande attenzione alle chiavi di ricerca con cui i lettori trovavano i loro post, il più delle volte era solo per curiosità o per istinto: al tempo delle mele dei blog certe pratiche di seo erano misteriose e riservate agli adepti e il funnel veniva usato per lo più per travasare il vino o l’olio pugliese importato clandestinamente in piccole taniche senza marca.
Infatti l’uso primario che si faceva delle query di google, evidenziate nei sistemi di analisi, era la ripubblicazione in qualche post da tirare fuori in mancanza di ispirazione. Questa operazione non faceva che rinforzare il valore di quelle chiavi, allargando i viali della comunicazione dai motori di ricerca al nostro blog e viceversa: l’ho fatto anche io, lo confesso: sul vecchio blog spesso e volentieri, c’era un amico che si divertiva a cercarmi con i termini più bizzarri e mi trovava! bastava associare al nome del blog una parola strana, ecco che Google generava la query e io la leggevo nella statistica. Ho ripubblicato un pezzo sulle belle chiavi anche qui sul nuovo blog, anche se magari ho fatto un giro un po' più largo per divertire i miei amici: Per le chiavi di ricerca si raschia il fondo del barile

Come usare Search Console per scoprire con quali chiavi di ricerca arrivano al tuo blog

 Cosa resta di noi e come una famiglia due ottimi romanzi di Giampaolo Simi

Qualche tempo fa avevo letto su facebook una recensione entusiasta all’ultimo romanzo di Gampaolo Simi appena uscito per Sellerio: cose che succedono quando hai tanti scrittori tra i tuoi amici, infatti si trattava di un post sulla bacheca dello scrittore che è un mio contatto dal 2013 e non mi ricordo da dove arriva questa amicizia, probabilmente frequentavamo le stesse persone o gli stessi posti: la libreria del giallo credo e spero.

Oggi stavo parlando al telefono quando mi è arrivato un delizioso odore di seppie in umido come le faceva mio papà e probabilmente era una allucinazione olfattiva perché ero in camera mia con la porta chiusa e son sicura che nessuno stava cucinando nei dintorni, al massimo nel bar di sotto scaldano le brioches alla mattina, lo so perché è lo stimolo che mi butta giù dal letto per far colazione.

In questo post si parla dei famosi 40 consigli su come scrivere bene attribuiti a Umberto Eco, ma prima lasciami dire che ieri sera sono andata a vedere il poeta professionista Guido Catalano e il cantautore Dente al castello sforzesco di Milano. Che c'entra con Umberto Eco? Diranno i miei piccoloi lettori: Guido non ha nemmeno letto Bum bum bum, quella poesia che amo molto in cui prende Umberto Eco come unità di misura del suo amore! non importa, lo spettacolo mi è piaciuto molto, soprattutto perché tutti e due hanno cominciato con i pezzi vecchi che sapevo a memoria, e poi essere lì al Castello mi ha ricordato quella strana festa laica che si era svolta proprio qui, quando gli amici di Umberto Eco raccontavano barzellette al suo funerale: io c'ero e l'ho anche scritto qua e là.

I 40 consigli di Umberto Eco su come scrivere bene

(La foto è mia e si riferisce allo spettacolo di ieri sera, son contenta che sia piaciuta così tanto al media manager di Guido che l'ha messa anche su instagram, oltre che su facebook: se posso essere utile mi fa piacere).

Questi 40 consigli girano in rete almeno dal 2007, che è la data in cui avevo scritto i post originali sul vecchio blog, e a dirla tutta non posso garantire che siano stati scritti davvero da Umberto Eco, forse sono apocrifi e gli sono stati attribuiti per aumentarne l'autorevolezza. Di certo sono verosimili, per una serie di motivi, almeno tre:

  1. Umberto Eco amava le liste, questo è risaputo,
  2. il tono è ironico, e questo gli si addiceva di sicuro
  3. i consigli sono perfetti per chi deve scrivere, se non li ha scritti lui l'ha fatto qualcuno che sapeva il fatto suo.

Per amore di verità - e per aggiungere un contributo mio a questa lista che è ancora ampiamente condivisa dappertutto - ho voluto andare in fondo alla cosa: se è vero che i 40 consigli per scrivere bene sono di Umberto Eco, quando li avrebbe pubblicati, e dove? Ho cercato un po' su internet e nel mio archivio privato e li ho trovati, sono stati pubblicati in una Bustina di Minerva, dove se no? la rubrica che per molti anni Eco ha scritto per l'Espresso, sulla mia edizione è indicato solo l'anno e non la data precisa: 1997, ovviamente poi sono stati riportati anche nelle successive edizioni del volume di Bompiani che ha raccolto tutti questi brevi articoli.

Prima di sciorinare l'intera lista, a questo punto mi prendo quella originale, mi diverte riportarne la premessa, come volevasi dimostrare!

 

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Il cielo della Brianza è grande quasi come il cielo della Norvegia #24aprile
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